Si parla di Exit Strategy relativamente al mondo delle startup, e rappresenta il momento in cui tutti i soggetti che ne fanno parte, siano essi fondatori o investitori, decidono di vendere le loro quote per capitalizzare. Si utilizza il termine “exit” proprio perché con la cessione delle partecipazioni avviene l’uscita dal capitale sociale della startup.
È ovvio che il ritorno dell’investimento sarà relativo al valore stesso della startup; perciò, se questo nel tempo è aumentato, così sarà per le quote. In poche e semplici parole, una Exit è di successo se il valore a cui le quote sono vendute è più alto rispetto a quello a cui sono state acquistate.
Come avviene una Startup Exit Strategy?
Normalmente in due modi: il primo vede la quotazione in borsa della startup, il secondo l’acquisizione strategica della stessa.
Nel primo caso, la startup fa il proprio ingresso nel mercato azionario tramite la fase di Initial Public Offering (l’offerta pubblica iniziale), meglio nota come IPO. Nel secondo, la startup viene venduta ad un’altra impresa. In questa seconda eventualità non è detto che la cessione sia totale: può riguardare anche solo alcuni asset come la tecnologia o il capitale umano.
Per molte startup la Exit Strategy è considerata l’unica possibilità, quella prevista o certamente sperata, con un obiettivo finale: quello della vendita con profitto. È per questo che non è un passo a cui “forse” si può arrivare nel corso della vita della startup, ma un passo del tutto voluto. Per questo bisogna saperlo programmare dall’inizio, creando le migliori condizioni perché avvenga con massimo profitto per tutti.
Il proprio modello di Business, perciò, non è importante solo per iniziare, ma deve essere studiato per massimizzare gli aspetti che delineino poi la valutazione dell’Azienda e quindi l’interesse dei suoi compratori. Ed ecco la questione chiaramente fondamentale, proprio quella dei compratori: per arrivare a loro è necessario saper fare rete, network, farsi conoscere nelle giuste comunità di investitori, come venture capitalists, multinazionali e fondi, creando al loro interno conoscenze utili e durature.
Si può quindi, in conclusione, affermare che l’Exit Strategy è vista come una fase di vita naturale di una startup, programmata e quasi sempre voluta dagli stessi startupper sin dalla sua nascita.
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